Ed eccoci! Altro articolo, altro contest.
Talenthouse ci sa fare, non solo perché offre buoni premi, ma soprattutto perché è sempre una buona opportunità per partecipare a concorsi con grandi nomi che fanno da giudici.
Oggi propongo, sia per la gallery, sia per il piacere di condividere il lavoro svolto, la tavola disegnata per questo contest che è stato fin dall’inizio un bel problema. Ovvero, le dimensioni di presentazione-caricamento del file e la poca chiarezza nel brief del concorso; ma di quest’ultimo punto ne parlerò più avanti.
Nel regolamento del contest a tutti gli artisti veniva richiesto di rappresentare una versione pop art, colorata, dinamica e irriverente della città di New York e che rimandasse alle caratteristiche tipiche del Moxy Hotel che si trova in essa. Tutto questo disegnato ed elaborato su una superficie di 36 metri per 5 metri da stampare su pannelli che sarebbero stati esposti sulla facciata dell’hotel a New York.
Come potete vedere dalle due anteprime, questo è il mio lavoro e di seguito aggiungo anche la didascalia di presentazione dell’opera.
The Venus birth at Moxy
Modern birth of new present renaissance.The cultures mixed with a timeless beauty and a colorful power of transgression.Painted skin, bright lights, funny style, joined together as one thing.The Moxy style.
Traduzione“Moderna venuta al mondo di un nuovo rinascimento. Le culture mescolate ad una bellezza senza tempo ed al potere colorato della trasgressione. Pelle dipinta, luci brillanti, stile divertente, uniti insieme in una cosa sola. Lo stile Moxy.”Claire Piece
Ed anche se questa visualizzazione non è diventata reale, vi rimando sempre al messaggio di cui vi ho parlato nell’articolo della tavola “Power of Love”. Vincere non è il punto di arrivo e i fallimenti che troviamo prima della vittoria sono la strada per arrivare a quello che diventeremo – ripetere anche questo come un mantra quando vi sentirete giù –.
Così finalmente il 20 giugno sono arrivati i risultati. E qui passiamo alla parte polemica, non tanto la mia, quanto di alcuni partecipanti che non hanno gradito la scelta dei giudici del vincitore. Per quanto riguarda me, l’ho presa sportivamente, non amo fare la ‘rosicona’, è praticamente come ammettere che non ho altro da offrire se non rabbia, invece di reagire e pensare di far meglio la volta dopo. Su un’unica cosa sono stata d’accordo nel polemizzare questa vittoria; il semplicissimo fatto che non l’opera vincitrice in sé fosse non idonea al contest, ma che mancava di alcuni elementi descritti nel brief del concorso. Ed ancora si è lamentata spesso la poca comprensione di alcuni elementi che componevano la descrizione stessa del brief. Dove magari alcuni hann capito una cosa e poi magari se ne avrebbero dovuta fare un’altra.
Diciamo che alla fine di tutto, la giuria a deciso di andare a “sensazioni”, più che unire a queste tutti gli elementi a cui gli artisti, per far un buon lavoro, si erano attenuti proprio per andare in contro a quello che la giuria stessa diceva di voler rappresentato nell’opera finale-vincitrice. C’è stata una contraddittorietà che ha indignato alcuni artisti partecipanti e se devo dir la verità, è la prima volta che mi capita una cosa simile. Di solito c’è molta più accettazione e comprensione di quel che è stato scelto dalla giuria, ma questa è la prima esperienza di mal contento con essa.
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Al prossimo articolo
Moxy Hotels Commercial from BMSC on Vimeo.